Jack the Ripper
Jack lo squartatore (Jack the ripper in inglese) è
l'appellativo dato a uno sconosciuto assassino seriale che tra l'estate e
l'autunno del 1888 agì nel degradato quartiere londinese di Whitechapel e nei
distretti adiacenti. Il nome è tratto dalla firma in calce del serial killer in
una lettera pubblicata al tempo delle uccisioni e indirizzata alla Central News
Agency da un soggetto anonimo che si dichiarava essere l'assassino. A Jack lo
squartatore sono state attribuite ufficialmente cinque vittime, mentre il
numero di omicidi ricondotti dagli studiosi alla sua attività criminale varia
tra quattro e sedici.
Il suo modus-operandi prevedeva vittime esclusivamente
femminili scelte tra le prostitute della zona di Whitechapel che assassinava
tramite sgozzamento, per poi infierire sui loro corpi mutilandoli e
asportandone organi interni.
Le cinque vittime accertate:
v
Mary Ann Nichols, 43 anni. Fu la prima vittima
accertata e venne ritrovata il 31 agosto 1888 alle 3:45 del mattino in Buck's
Row, di fronte a uno dei tanti mattatoi del quartiere. La vittima presentava la
gola recisa fin quasi alla decapitazione, poiché il taglio intaccava le
vertebre del collo e decine di fendenti sul ventre, dai quali fuoriusciva in
parte l'intestino. Gli organi genitali presentavano gravissime lesioni da
taglio, probabilmente inferte di punta. Dopo all'autopsia si ipotizzò che
l'assassino fosse mancino, ma ciò in seguito venne smentito.
v
Annie Chapman, 46 anni. È la seconda vittima
ufficiale. Il suo corpo fu ritrovato l'8 settembre 1888 da un fattorino nel
cortile al numero 29 di Hanbury Street a Whitechapel. Il cadavere giaceva steso
tra una porta e la palizzata in uno spazio di circa ottanta centimetri. La gola
era squarciata e la testa era quasi del tutto recisa dal busto, il ventre era
aperto: gli intestini erano appoggiati sulla spalla destra, mentre la vagina,
l'utero e due terzi della vescica erano stati asportati. Ai piedi della vittima
furono rinvenute alcune monete e un pezzo di una lettera insanguinata datata 20
agosto. Un inquilino della casa accanto, oltre la palizzata, affermò di aver
sentito il grido di una donna, «No!», ma che non aveva avuto il coraggio di
sporgere la testa e guardare. Il giorno dopo una bambina riferì alla polizia di
aver visto una striscia di sangue in un cortile poco distante dal luogo del
delitto e gli investigatori conclusero che probabilmente era la traccia
lasciata dall'assassino, che era solito portare con sé un macabro trofeo
asportato alla vittima, ma l'indizio non fu approfondito neanche
successivamente. Per questo omicidio fu arrestato John Pizer, un ebreo
proprietario di una bottega per la lavorazione del cuoio nel quartiere, a causa
di un grembiule di cuoio trovato nei pressi del luogo del delitto. Pizer,
soprannominato fino alla sua identificazione come Leather Apron
("grembiule di cuoio"), fu scagionato il giorno dopo, quando si
scoprì che il grembiule apparteneva a un inquilino del palazzo in cui era stato
consumato l'omicidio, che era stato lavato e appeso ad asciugare. Pizer fu
trattenuto in cella ancora per un altro giorno a causa della folla inferocita
che voleva linciarlo.
L'assassino rimaneva ignoto e la polizia non aveva alcun
sospettato: supponeva che fosse un pazzo fanatico o un maniaco sessuale con
alcune discrete conoscenze di anatomia. Gli unici indizi che sembravano
accomunare le deposizioni dei testimoni erano una valigetta nera e un cappello
alla Sherlock Holmes.
v
Elizabeth Stride, 27 anni. Il suo cadavere fu
rinvenuto da un cocchiere il 30 settembre intorno all'una di notte all'interno
di un portone lungo la Berner Street (oggi Henriques Street), presso il cortile
di un circolo di ebrei e tedeschi, dove oggi sorge la Harry Gosling Primary
School. Presentava solo un profondo taglio alla gola, dal quale fuoriusciva
ancora molto sangue, come dichiarò il cocchiere. La polizia ne concluse che
l'arrivo di quest'ultimo avesse disturbato l'assassino, che non ebbe modo di
infierire sulla donna completando il suo macabro rituale.
v
Catherine Eddowes. Il suo corpo fu ritrovato lo
stesso 30 settembre in Mitre Square in un lago di sangue e in posizione supina,
come tutte le altre vittime. La donna era stata sottoposta a un vero e proprio
martirio dall'assassino, che non essendo riuscito a infierire sulla vittima
precedente avrebbe cercato una seconda vittima su cui accanirsi. Il volto era
completamente sfigurato e irriconiscibile se non per il colore degli occhi.
Naso e lobo dell'orecchio sinistro erano stati asportati, così come la palpebra
dell'occhio destro, solcata da profondi tagli. Il volto era sfigurato con un
taglio a "V" sulla parte destra e con numerosi tagli sulle labbra,
tanto profondi da mostrare le gengive. Il corpo era sventrato da un enorme e
unico taglio verticale che dall'inguine arrivava fino alla gola: lo stomaco e
gli intestini erano stati estratti e appoggiati sulla spalla destra, il fegato
appariva tagliuzzato, il rene sinistro e gli organi genitali erano stati
portati via. La vittima era stata come di consueto sgozzata quasi fino alla
completa decapitazione.
v
Mary Jane Kelly. Lei è l'ultima vittima
attribuita a Jack lo squartatore e il suo omicidio è considerato il più
orribile tra tutti quelli attribuiti all'assassino seriale. Il suo corpo fu
scoperto il 9 novembre 1888 poco dopo le 10:45. Giaceva sul letto della camera
d'affitto dove la donna viveva al numero 13 di Miller's Court, vicino a Spitalfields
Market. La sua gola era squarciata, il viso severamente mutilato e
irriconoscibile, il petto e l'addome aperti, molti organi interni erano stati
rimossi, il fegato giaceva tra le gambe e l'intestino arrotolato presso le
mani, i muscoli che ricoprivano gli arti erano stati asportati, il cuore non fu
trovato, anche se nel “Il grande libro dei misteri irrisolti” di Colin Wilson
si legge che fosse su un cuscino, disposto come un macabro trofeo. I vicini
riferirono di aver sentito una donna singhiozzare «Murderer!» («Assassino!»)
intorno alle 4 del mattino e a quell'ora fu fatta risalire la morte.
Altre possibili vittime sono:
*Una sconosciuta assassinata il 26 dicembre 1887 tra le vie
Osborne e Wentworth.
*Emma Elizabeth Smith: vedova di 45 anni, che nelle prime
ore della mattina del 3 aprile 1888 fu aggredita in Osborne Street, brutalmente
percossa e stuprata con uno strumento non affilato che provocò la rottura del
perineo. Riuscì a tornare alla locanda in cui risiedeva, ma lamentando forti
dolori al basso ventre. Nonostante il ricovero al London Hospital, in seguito
morì per le gravi lesioni interne riportate. La maggior parte dei cronisti
propende a escluderla dal numero delle vittime di Jack lo squartatore: sebbene
il periodo dell'aggressione e la tipologia della vittima, che era una
prostituta, coincidano, Smith dichiarò di essere stata aggredita da tre
individui e morì di peritonite.
*Martha Tabram: prostituta di 39 anni, fu ritrovata il 6
agosto 1888 alle 4.45 del mattino sulle scale di una palazzina in George Yard
(l'odierna Gunthorpe Street). Il suo corpo presentava un gran numero di ferite
da taglio nella parte inferiore del corpo: per il coroner non meno di
trentanove lesioni, anche se alcuni giornali del tempo scrissero di venti.
L'esame post-mortem rivelò l'uso di due differenti tipi di lama.
*Il 9 agosto 1888 una prostituta di nome Mary Ann Connelly,
anche conosciuta come Pearly Poll, si presentò alla polizia riferendo che la
notte dell'omicidio era stata in compagnia della vittima e di due soldati del
reggimento Coldstream Guards. Pearly Poll però non fu in grado di identificare
con certezza i due uomini tra gli appartenenti al reggimento, che non erano in
servizio la notte del delitto e la pista investigativa si perse nel nulla. Data
la ferocia dell'aggressione e la tipologia della vittima, molti studiosi
tendono a indicare Martha Tabram come una possibile vittima di Jack lo
squartatore.
*Rose Mylett: fu ritrovata accoltellata il 20 dicembre 1888
sul largo di una scala di un gruppo di case operaie in Commercial Street. Il cadavere
presentava trentanove ferite.
*Alice McKenzie: prostituta di 40 anni, fu ritrovata la
notte del 17 luglio 1889 dall'agente Joseph Allen, di ronda nell'area di
Whitechapel High Street, che si era fermato per qualche minuto sotto un
lampione in Castle Alley per un veloce spuntino. Il vicolo alle 00.15 del
mattino era deserto e la sua ronda lo riportò nello stesso punto circa 35
minuti dopo alle 00.50, quando a pochi passi dal lampione sotto il quale aveva
sostato poco prima vide il corpo di una prostituta, la cui gola era stata
recisa con due tagli da sinistra a destra. Secondo il medico legale erano
pugnalate più che tagli netti, piuttosto simili a quelle riscontrate nelle
cinque vittime "canoniche". L'addome della vittima aveva subito mutilazioni,
anche se in misura molto minore rispetto ai casi attribuiti a Jack lo
squartatore. Sul caso di Alice McKenzie i pareri sono discordi, tanto degli
investigatori vittoriani quanto degli autori moderni.
*Un tronco umano femminile fu ritrovato il 10 settembre 1889
vicino alle vie Osborne e Wentworth.
*Frances Coles: prostituta di 26 anni, fu ritrovata alle
2.15 del mattino del 13 febbraio 1891 dall'agente Ernest Thompson. Di ronda
lungo Chamber Street udì davanti a lui un rumore frettoloso di passi e vide la
figura indistinta di un uomo che si allontanava in direzione di Mansell Street.
Dopo pochi passi in un buio passaggio che collegava Chamber Street con Royal
Mint Street, conosciuto all'epoca come Swallow Gardens, vide distesa a terra
una prostituta, dalla cui gola squarciata fuoriusciva ancora sangue. Una volta
chinatosi su di lei l'agente le vide aprire e chiudere un occhio: trovandosi di
fronte a una vittima ancora in vita non poté inseguire il presunto aggressore e
si limitò a chiamare aiuto con il fischietto in dotazione, ma Frances Coles
morì poco dopo sul lastricato di Swallow Gardens. L'esame post-mortem riscontrò
che la gola era interessata da tre lacerazioni, la prima da sinistra a destra,
la seconda da destra a sinistra, l'ultima nuovamente da sinistra verso destra.
Le ferite sulla parte posteriore del cranio suggerivano che la vittima fosse
stata scaraventata a terra prima di essere colpita e non vi era traccia di
mutilazioni post-mortem. In un primo momento la polizia sospettò di Tom Sadler,
il convivente della donna, che si rivelò in seguito estraneo ai fatti. Sul caso
di Frances Coles i pareri, tanto degli investigatori vittoriani quanto degli
autori moderni, sono discordi. Il tipo di ferita alla gola ricorda il modus
operandi di Jack lo squartatore, mentre l'assenza di mutilazioni addominali
potrebbe essere dovuta all'arrivo dell'agente Thompson, che avrebbe messo in
fuga l'assassino, come si pensa possa essere avvenuto nel caso di Elizabeth
Stride nel 1888.
Durante il periodo in cui sono avvenuti i delitti la polizia
e i giornali hanno ricevuto innumerevoli lettere riguardanti il caso. Alcune
erano di persone ben intenzionate, che fornivano informazioni per la cattura
dell'assassino; tuttavia la maggioranza sono state considerate inutili e di
conseguenza ignorate. Le più interessanti erano le centinaia scritte da persone
che si dichiaravano l'assassino, sebbene la maggior parte sono state
considerate non attendibili. Molti esperti ritengono che nessuna di esse fosse
autentica, ma tra quelle considerate come probabilmente genuine, sia dalle
autorità del tempo che da quelle moderne, tre in particolare sono importanti: The
"Dear Boss" Letter, datata 25 settembre 1888 e ricevuta dalla Central
News Agency il 27 settembre 1888, è la prima che riporta la firma "Jack lo
Squartatore" (in inglese Jack the Ripper). La polizia non ritenne la
lettera autentica e non le diede rilevanza; The "Saucy Jack"
postcard, ricevuta il 1º ottobre 1888, scritta in uno stile simile alla Dear
Boss Letter. L'autore della cartolina minaccia la futura uccisione di due
vittime temporalmente vicine: «doppio evento questa volta». Nella notte del 30
settembre 1888 nel giro di un'ora vengono rinvenuti i corpi di due vittime,
Elizabeth Stride e Catherine Eddowes; The "From hell" letter,
ricevuta il 16 ottobre 1888 da George Lusk, capo della commissione di vigilanza
di Whitechapel. La lettera era accompagnata da una piccola scatola contenente
la metà di un rene umano, conservato in alcol etilico. Uno dei reni della
Eddowes era stato rimosso dal cadavere: il medico che esaminò il rene inviato
con la lettera ha determinato una somiglianza con quello sottratto a Catherine
Eddowes. La lettera e il rene andarono successivamente perduti insieme ad altro
materiale sul caso.
Su incarico degli investigatori il dottor Thomas Bond cercò
di redigere un profilo della personalità criminale di Jack lo squartatore. In
qualità di medico forense assistette all'autopsia di Mary Jane Kelly, ultima
delle cinque vittime canoniche. Nelle sue note, datate 10 novembre 1888,
attribuì natura sessuale agli omicidi, pur senza violenza sessuale, associata a
elementi collerici e di apparente misoginia. Cercò altresì di ricostruire
l'omicidio e di interpretare lo schema comportamentale del criminale. Delineò
un primo profilo comprendente i suoi tratti fondamentali che usò per
collaborare alle indagini. Il profilo evidenziava come gli omicidi fossero
stati commessi da un solo individuo maschio fisicamente prestante, audace e
imperturbabile al tempo stesso. Lo sconosciuto sarebbe apparso innocuo, forse
un uomo di mezza età e ben vestito, probabilmente con un mantello, per nascondere
i sanguinosi effetti dei suoi attacchi. Ipotizzò anche che il soggetto
soffrisse di una condizione chiamata satiriasi, una devianza sessuale oggi
identificata come ipersessualità o promiscuità, ma che non possedesse alcuna
conoscenza anatomica: non poteva dunque essere un chirurgo né, per esempio, un
macellaio, in quanto non vi era precisione nei tagli. Bond concluse che lo
stesso criminale fosse il responsabile dell'assassinio di Alice McKenzie. Altri
invece lo indicarono come un individuo più giovane in età. Alle indagini
scientifiche forensi collaborò anche un altro medico, Joseph Bell, che avrebbe
ispirato ad Arthur Conan Doyle la figura di Sherlock Holmes. I moderni profiler
dell'FBI hanno realizzato il seguente profilo: «[...] individuo maschio bianco,
di età compresa fra i 28 e i 36 anni, con un'infanzia caratterizzata da una
figura paterna assente o passiva. L'omicida probabilmente viveva o lavorava
nell'area di Whitechapel ed esercitava una professione in cui poteva legalmente
soddisfare le sue tendenze distruttive ma comunque di modesta estrazione
sociale, probabilmente era l'assistente di un medico o forse esercitava un
lavoro umile come il macellaio o l'artigiano. L'omicida molto probabilmente
aveva un qualche difetto fisico o forse era afflitto da qualche grave malattia,
entrambi condizioni che potrebbero aver causato in lui una grande frustrazione
o rabbia». La concentrazione degli omicidi durante i fine settimana e le zone
in cui ha colpito l'assassino, a pochi isolati di distanza l'una dall'altra,
hanno fatto facilmente concludere che lo squartatore avesse un impiego regolare
nel quartiere. Altri hanno sospettato che l'assassino fosse un uomo di alta
classe borghese, forse un medico, o un aristocratico, che si era stabilito nel
quartiere di Whitechapel alla ricerca di una zona più adatta dove compiere i
suoi crimini. Le teorie sull'identità proposte anni dopo gli omicidi hanno
incluso praticamente chiunque fosse stato collegato anche lontanamente al caso,
così come molti personaggi famosi che non erano mai stati considerati nelle
indagini della polizia vittoriana. Fra i sospettati dell'odierna polizia
britannica tre fanno parte di un memorandum del 1894 di Sir Meville Macnaghten
(maggiore investigatore dell'epoca): Montague John Druitt, Michael Ostrog e
Aaron Kosminski. Le autorità non si trovano d'accordo su una soluzione univoca
e il numero dei sospettati supera il centinaio. Agli inizi degli anni novanta
del XX secolo fu rinvenuto e pubblicato un presunto diario di Jack lo
squartatore. Inizialmente ritenuto un sicuro falso, fu rivalutato dal
documentarista della BBC Paul H. Feldman. Nel suo libro The Final Chapter
(1998), resoconto dell'indagine triennale condotta sul diario dal suo gruppo di
studiosi, Feldman identifica Jack lo squartatore con James Maybrick, un
commerciante di cotone di Liverpool, che figurava tra gli indiziati, poi ucciso
dalla moglie Florence. Nel 2014 alcuni giornali hanno riportato che dalla
comparazione del DNA ricavato dal sangue rappreso su una sciarpa trovata vicino
alla quarta vittima (Catherine Eddowes) e i discendenti dei sospettati si era
arrivati a identificare con certezza l'assassino in un barbiere ebreo-polacco
di nome Aaron Kosminsky. L'uomo ha trascorso la parte finale della sua vita in
un manicomio a causa della sua schizofrenia ed è morto nel 1919 per una cancrena
alla gamba. Tuttavia la comparazione non è stata ritenuta attendibile o
incontrovertibile come inizialmente affermato a causa di alcuni errori durante
la procedura di analisi genetica dei campioni estratti dalla sciarpa e pertanto
l'identità dell'assassino di Whitechapel rimane ancora avvolta nel mistero.
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