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mercoledì 8 gennaio 2020

Henry Lee Lucas


Henry Lee Lucas
Henry Lee Lucas, nato a Blacksburg, 23 agosto 1936 e morto a Huntsville, 12 marzo 2001, è stato un serial killer statunitense.
È stato accusato di ben 214 omicidi; gliene furono inizialmente attribuiti 77 e successivamente 130. Fu infine condannato per 11 omicidi accertati. Henry Lee Lucas nacque il 23 agosto 1936 a Blacksburg in Virginia. Il padre, Anderson, aveva perso le gambe a seguito dell'investimento da parte di un treno e occasionalmente vendeva matite agli angoli delle strade, la madre, Viola, manteneva la famiglia prostituendosi e distillando alcolici clandestinamente. Il padre, dopo una notte passata al freddo, contrasse la polmonite che lo portò alla morte. Da ragazzo Henry, a causa di un incidente, perse l'occhio sinistro che fu rimpiazzato con uno di vetro. Durante l'adolescenza Lucas iniziò ad avere problemi con la legge: il 12 giugno 1952 rapinò un negozio di elettrodomestici e per questo reato scontò due anni di riformatorio. Nel 1954 venne nuovamente arrestato per una serie di rapine commesse nei dintorni di Richmond, in Virginia e condannato a sei anni di carcere, tuttavia il 14 settembre 1957 riuscì a evadere dal penitenziario di Stato della Virginia e cercò di raggiungere la casa di una sua sorella a Tecumseh nel Michigan. Fu arrestato tre mesi più tardi e riportato in Virginia dove si rese protagonista di una nuova evasione un mese più tardi, ma stavolta venne ricatturato il giorno stesso. Il 2 settembre 1959 venne rilasciato con anno di anticipo rispetto alla conclusione prevista della pena. Dopo il rilascio Lucas andò a vivere a Tecumseh, nella casa di sua sorella. Durante la notte dell'11 gennaio 1960 Lucas e la madre, che era venuta a trovarlo a Tecumseh, dopo avere bevuto troppo, ebbero un violento litigio, probabilmente a causa di una donna che Henry avrebbe desiderato sposare. Durante la lite Lucas ferì la madre al collo con un coltello uccidendola, dopodiché si diede alla fuga venendo arrestato cinque giorni più tardi a Toledo nell'Ohio. Giudicato colpevole di omicidio preterintenzionale, Lucas venne condannato a una pena di venti anni di carcere, da scontarsi nel penitenziario di Stato di Jackson nel sud del Michigan, dove, però, tentò il suicidio, venendo per questo trasferito in un ospedale psichiatrico. Nel 1970 dopo avere scontato solo dieci anni Lucas venne rilasciato, tuttavia poco tempo dopo venne nuovamente arrestato e condannato a tre anni e mezzo di reclusione per il tentato rapimento di due ragazze, venendo, infine, rilasciato nell'agosto 1975.
Dopo essere stato scarcerato Henry Lee Lucas si trasferì in Pennsylvania dove si sposò, tuttavia in seguito abbandonò la moglie, dopo che questa lo aveva accusato di avere molestato le sue figlie, e iniziò a vivere come un vagabondo girovagando per gli Stati Uniti. Nel corso di questi vagabondaggi nel 1976 conobbe a Jacksonville, in Florida, Ottis Toole, un uomo con un basso quoziente intellettivo e una predisposizione alla piromania, il quale era già sospettato di avere commesso quattro omicidi prima dell'incontro con Lucas. I due divennero amici e, secondo Toole, anche amanti e andarono a vivere insieme a casa della madre di Ottis, nella quale vivevano anche i due nipoti orfani di lui, Frank e Frieda "Becky" Powell. Quest'ultima affetta da un ritardo mentale e ancora minorenne iniziò una relazione con Lucas. Nel 1981, in seguito alla morte della madre di Toole, Henry e Ottis ripresero a vagare per gli Stati Uniti portando con sé Becky, l'anno successivo i due uomini si separarono e Becky rimase con Lucas. Nel maggio 1982 Lucas e la Powell giunsero a Ringgold, nel Texas, dove vennero accolti in casa da Kate Rich, un'anziana signora di 82 anni. I parenti di lei, però, erano sospettosi della coppia e la allontanarono dalla casa. I due, in seguito, incontrarono Ruben Moore, ministro laico pentecostale e riparatore di tetti nonché leader di una comune pentecostale nota come "The House of Prayer" a Stoneburg (Texas), il quale offrì alla coppia una baracca dove vivere all'interno della comune e ingaggiò Lucas per fare alcuni lavori insieme a lui. In seguito Lucas avrebbe descritto il periodo passato nella comune come il migliore della sua vita, in cui era riuscito a comprare un'automobile, un televisore e oggetti per arredare la baracca come un vero appartamento, tuttavia la Powell iniziò a soffrire per la nostalgia di casa e lo pregò di tornare in Florida, perciò il 23 agosto 1982 i due partirono ottenendo un passaggio da un camionista. Il giorno seguente Lucas tornò alla comune in lacrime sostenendo che Becky avesse deciso di separarsi da lui saltando su un camion di passaggio, in seguito Lucas riprese la vita di sempre nella comune e nessuno vide più Becky Powell. Un mese dopo questi fatti scomparve nel nulla anche l'anziana Kate Rich e le indagini della polizia si appuntarono su Lucas.
L'11 giugno 1983 Henry Lee Lucas venne arrestato a Stoneburg con l'accusa di possesso illegale di arma da fuoco, dal momento che, essendo un pregiudicato, non poteva tenerne una e portato nella prigione della contea di Montague. Cinque giorni più tardi Lucas confessò di avere ucciso Kate Rich nel settembre precedente: egli avrebbe dato un passaggio all'anziana donna con la sua auto offrendosi di portarla in chiesa, ma, invece, l'avrebbe portata in un campo dove l'avrebbe accoltellata a morte e in seguito avrebbe avuto rapporti sessuali col cadavere. In seguito Lucas avrebbe occultato il corpo in un tubo di drenaggio e se ne sarebbe andato, il giorno seguente sarebbe tornato a prendere il cadavere e l'avrebbe portato a Needles in California, un mese più tardi avrebbe recuperato i resti decomposti e li avrebbe bruciati all'interno di una stufa a legna posta nel cortile della sua baracca alla House of Prayer. L'uomo si autoaccusò anche dell'omicidio di Becky Powell, che fino ad allora si credeve fosse ancora viva. Ispezionando la House of Prayer la polizia trovò alcuni elementi che confermavano il racconto di Lucas: nella stufa erano presenti cenere e frammenti di ossa umane e nel luogo in cui Lucas affermava si fosse consumato il delitto vennero trovati un paio di mutandine e un paio di occhiali rotti che le figlie della Rich confermarono essere quelli della loro madre. Frammenti di ossa umane furono trovati anche in un luogo dove Lucas sosteneva di avere buttato la cenere e, inoltre, l'uomo indicò come il luogo dove aveva gettato via la borsa della Rich proprio quello in cui era stata rinvenuta mesi prima. Nel frattempo Lucas iniziò a fornire dettagli anche sull'omicidio della Powell: lui e la ragazza si sarebbero fermati a dormire in un campo poco prima di Denton e avrebbero iniziato a litigare sul fatto che lei voleva ritornare a Jacksonville mentre lui non ne aveva intenzione a causa di un mandato di arresto spiccato nei suoi confronti per il furto di un camion, durante il litigio la Powell avrebbe tirato uno schiaffo a Lucas che avrebbe reagito accoltellandola al petto uccidendola, quindi avrebbe tagliato il cadavere in nove parti (tra cui la testa e le mani) che avrebbe poi occultato in un campo vicino. Lucas sostenne di avere avuto anche in questo caso rapporti sessuali col cadavere. Anche per questo omicidio vennero rinvenuti elementi che corroboravano la confessione di Lucas: in particolare nel luogo da lui indicato vennero rinvenuti resti di uno scheletro di quella che doveva essere stata una ragazza bianca all'incirca dello stesso peso, statura ed età di Becky.
Il 21 giugno 1983, durante il processo per l'omicidio della signora Rich, che si sarebbe concluso con la sua condanna a 75 anni di carcere, Henry Lee Lucas sostenne di avere ucciso, oltre all'anziana donna, altre cento persone. Questa dichiarazione ebbe una forte risonanza sui media nazionali americani. Durante il processo per l'omicidio di Becky Powell Lucas sostenne di non avere voluto uccidere la ragazza, ma venne messo di fronte alla sua confessione registrata in cui dichiarava, tra le altre cose, di averne stuprato il cadavere. Dopo il processo Lucas iniziò a dichiararsi colpevole di una serie impressionante di delitti irrisolti commessi in svariate parti degli Stati Uniti, interrogato dagli investigatori di vari stati l'uomo sembrava conoscere dettagli degli omicidi e delle scene del crimine che non erano stati rivelati alla stampa. Le confessioni di Lucas, oltre che per il loro alto numero, vennero progressivamente caratterizzandosi anche per l'alto numero di dettagli truculenti: tra le altre cose l'ex vagabondo giunse ad autoaccusarsi di avere commesso atti di cannibalismo e sostenne che a spingerlo a compiere i delitti fosse stata la sua tendenza alla necrofilia: non avrebbe trovato eccitanti le donne vive e sarebbe stato capace di avere rapporti sessuali solo con quelle morte.
Durante un interrogatorio Lucas affermò anche che Ottis Toole, che all'epoca si trovava in carcere in Florida per incendio doloso, era stato suo complice nei delitti. Interrogato dagli investigatori in Florida e sottoposto a un confronto telefonico con Lucas, Toole sostenne le veridicità delle confessioni dell'amico, compresi i dettagli più macabri e bizzarri. In base alle confessioni rese dai due uomini fu possibile dichiarare risolte decine di casi e in seguito ad esse Toole ricevette due condanne a morte, poi commutate in carcere a vita.
Lucas si accusò, tra gli altri, dell'assassinio di una donna non identificata che era stata trovata morta in un canale sotterraneo con addosso solo un paio di calze arancioni e che perciò era stata soprannominata appunto Calze Arancioni, in seguito a questa accusa il 30 novembre 1983 venne trasferito nella prigione della contea di Williamson, il cui sceriffo, Jim Boutwell, era ansioso di parlare con lui a proposito di una serie di delitti. Venne creata una task force con lo scopo di investigare i presunti crimini commessi da Lucas in giro per gli Stati Uniti, all'interno di tale task force Lucas si trovava sempre al centro dell'attenzione, cosa che lo fece sentire per la prima volta nella sua vita una persona importante. La task force portava Lucas sulle varie scene del crimine, in nessuna delle quali c'erano elementi che facessero pensare a lui, tuttavia l'uomo sembrava spesso conoscere dettagli fondamentali. La notorietà di Lucas come "più prolifico serial killer della storia americana" crebbe vistosamente e, allo stesso tempo, i suoi racconti divennero sempre più esagerati: Lucas arrivò ad autoaccusarsi di circa seicento omicidi compiuti in 27 stati diversi degli USA e in Canada e a sostenere che lui e Ottis Toole avrebbero commesso tutti quegli omicidi su commissione da parte di una fantomatica setta satanica chiamata "Le Mani della Morte" che avrebbe praticato i sacrifici umani e il cannibalismo. Questi elementi spinsero alcune persone allo scetticismo nei confronti delle dichiarazioni di Lucas.
Il 2 aprile 1984 ebbe inizio il processo a Henry Lee Lucas per l'omicidio di Calze Arancioni, che egli aveva confessato di avere assassinato durante la notte di Halloween del 1979. La difesa riuscì a provare che Lucas aveva incassato una busta paga per la riparazione del tetto di una stazione aero-navale a Jacksonville in Florida giusto il giorno prima dell'omicidio cosa che rendeva quasi impossibile la sua presenza a Williamson al momento da lui indicato per il delitto. A questo si aggiungeva il fatto che nella confessione resa per questo omicidio Lucas sembrava essersi contraddetto più volte e avere avuto vuoti di memoria risolti grazie ai suggerimenti degli investigatori. Nonostante questi fatti il tribunale giudicò comunque Lucas colpevole e lo condannò a morte.
Il 14 aprile 1985 sul quotidiano "The Dallas Time Herald" il giornalista investigativo Hugh Aynesworth pubblicò un articolo in cui si metteva in dubbio la veridicità delle confessioni rese da Lucas: l'autore aveva intervistato il presunto serial killer più volte a partire dal 1983 e nell'articolo sostenne che non solo Lucas gli avrebbe rivelato di non essere realmente responsabile degli omicidi che gli erano attribuiti, eccetto quelli di sua madre, della Powell e della Rich, e che lui aveva confessato solo per prendersi gioco delle forze dell'ordine, ma anche che i dettagli non rivelati al pubblico sulle scene del crimine che lui sembrava conoscere gli erano stati variamente suggeriti da investigatori probabilmente ansiosi, argomentava Aynesworth, di dichiarare chiusi diversi casi irrisolti. Aynesworth notava, inoltre, come molti delitti attribuiti a Lucas avessero avuto luogo a breve distanza temporale l'uno dall'altro in luoghi molto lontani tra loro, sicché era fisicamente quasi impossibile che fossero stati commessi dalla stessa persona.
A screditare le confessioni di Lucas furono anche le dichiarazioni contrastanti dello stesso sospetto killer: il 23 aprile 1985 sostenne di non avere mai commesso alcun omicidio, eccetto quello della propria madre, che sostenne essere stato accidentale, appena sei giorni più tardi sostenne, invece, di avere assassinato ben 360 persone, ma di essere stato obbligato a ritrattare le sue confessioni perché minacciato dalla fantomatica "Mani della Morte". In seguito si scoprì che Lucas aveva confessato un omicidio commesso a Little Rock nell'Arkansas il colpevole del quale era già stato scoperto, che si era dichiarato colpevole dell'assassinio di un poliziotto in West Virginia, la cui morte era, in realtà, dovuta a un suicidio, che a proposito di un altro caso avvenuto in Arkansas Lucas non aveva saputo fornire alcun dettaglio fino a che la polizia non gli aveva mostrato un video della scena del crimine e che, infine, si era autoaccusato di un omicidio commesso nel Delaware per il quale era già stato arrestato un sospettato che aveva poi confessato. In base a questi elementi vennero riaperti molti dei casi che erano stati chiusi a seguito delle dichiarazioni di Lucas e contemporaneamente vennero fermate le investigazioni che tendevano a ricollegarlo a casi ancora aperti e il procuratore generale del Texas Jim Mattox formò una giuria per investigare sugli omicidi attribuiti a Lucas: dalle indagini emerse che Lucas, eccetto che nei casi di Becky Powell e Kate Rich, non era mai stato in grado di condurre autonomamente gli inquirenti sulle scene del crimine e che, come sostenuto da Aynesworth, gli investigatori stessi fornivano a Lucas le informazioni sui delitti. Si scoprì anche che, in cambio delle confessioni false, Lucas riceveva un trattamento di favore rispetto agli altri detenuti: non doveva indossare la divisa del carcere, aveva la TV via cavo in cella ed era rifornito di sigarette. Emersero anche nuovi elementi che rendevano improbabile che Lucas fosse l'autore dell'omicidio di Calze Arancioni: egli, infatti, aveva sostenuto di averla stuprata, oltre che uccisa, ma dagli esami medici sul cadavere non erano state rinvenute tracce di stupro, mentre era emerso che Calze Arancioni era affetta dalla sifilide, che Lucas, a seguito di un rapporto sessuale con lei avrebbe dovuto contrarre, ma da cui non era affetto. Nonostante questo la sentenza per l'omicidio della ragazza non venne annullata e Lucas l'11 giugno 1985 venne trasferito nel braccio della morte del carcere di Huntsville. A Lucas vennero inflitte in totale condanne per 11 omicidi anche se i suoi legami con la gran parte di essi erano costituiti unicamente dalle sue confessioni. Il 26 giugno 1998, basandosi su un'indagine del procuratore generale del Texas che escludeva la possibilità che Lucas fosse l'autore dell'omicidio di Calze Arancioni, il governatore del Texas e futuro presidente degli USA George Walker Bush commutò la sentenza di morte in ergastolo. Quello di Lucas fu l'unico caso, durante tutto il suo mandato come governatore del Texas, in cui Bush decise di commutare una condanna a morte. Lucas aveva precedentemente riscontrato problemi cardiaci ed era stato in passato ricoverato in ospedale. Morì il 12 marzo del 2001 in carcere, a causa di un arresto cardiaco. Il suo corpo fu portato all'Impresa di Pompe Funebri di Huntsville, dove non fu mai reclamato.


giovedì 2 gennaio 2020

Ottis Elwood Toole


Ottis Elwood Toole
Ottis Elwood Toole (Jacksonville, 5 marzo 1947 – Raiford, 15 settembre 1996) è stato un serial killer e piromane statunitense. Toole nacque e crebbe a Jacksonville. La madre di Toole era una fanatica religiosa, Toole più tardi affermò che la madre aveva abusato di lui, facendogli indossare abiti da ragazza e chiamandolo Becky. Da ragazzo Toole fu vittima di incesto da parte dei suoi parenti più stretti, compresi la sorella maggiore e il vicino. La nonna materna era una satanista, da giovane lo esponeva alle varie pratiche e rituali satanici, compreso autolesionismo e disseppellimento di cadaveri, e fu soprannominato "il bambino del Diavolo". Fu spesso indicato come affetto da un leggero ritardo mentale, con un quoziente d'intelligenza pari a 75. Si credeva, comunque, che quello probabilmente fosse il più alto punteggio che potesse raggiungere a causa della sofferenza di varie disabilità dell'apprendimento (compreso la dislessia e l'ADHD) e dall'essere analfabeta. Era anche affetto da epilessia, per cui aveva di frequente degli attacchi. Durante la sua infanzia, scappava spesso di casa e dormiva in case abbandonate. Fu un grande piromane sin dalla tenera età ed era sessualmente eccitato dal fuoco. Nel documentario "Death Diploma", Toole affermò di essere stato forzato ad avere rapporti sessuali con un amico del padre quando aveva 5 anni. Scoprì di essere omosessuale quando aveva 10 anni, e affermò di aver avuto una relazione omosessuale con un ragazzo del quartiere quando aveva 12 anni. Toole abbandonò la scuola in prima superiore e cominciò a frequentare i bar gay. Affermò di essere stato anche un gigolò da giovane ed era conosciuto per vestirsi da donna. Toole affermò di aver commesso il suo primo omicidio a 14 anni, quando, dopo aver ricevuto delle avances da un viaggiatore, Toole lo investì con la sua macchina. Toole fu arrestato per la prima volta all'età di 17 anni ad agosto del 1964 per vagabondaggio. Molte informazioni riguardo Toole tra il 1966 e il 1973 non sono certe, ma si credeva che si stesse aggirando a Sud-Est degli Stati Uniti e si mantenesse prostituendosi e mendicando. Mentre viveva in Nebraska, Toole fu uno dei primi sospetti nell'omicidio, nel 1974, della ventiquattrenne Patricia Webb. Subito dopo lasciò il Nebraska e si stabilì per un po' a Boulder. Un mese dopo, diventò un primo sospettato nell'omicidio della trentunenne Ellen Holman, che fu uccisa il 14 ottobre 1974. Con molte accuse a suo carico, Toole lasciò Boulder e ritornò a Jacksonville. All'inizio del 1975, Toole fece ritorno a Jacksonville dopo aver stentato e aver fatto l'autostoppista per il Sud degli Stati Uniti. Il 14 gennaio del 1976, si sposò con una donna di 25 anni maggiore di lui. Lo lasciò in appena tre giorni, dopo aver scoperto l'omosessualità del marito. Nel 1976, Toole incontrò Henry Lee Lucas alla mensa dei poveri di Jacksonville, e subito svilupparono una relazione. Toole più tardi affermerà di aver accompagnato Lucas in 108 omicidi, qualche volta su richiesta di una setta chiamata "La Mano della Morte". I due si macchiarono degli omicidi più efferati, spesso senza apparente motivazione. Lucas affermò che Toole era solito prediligere le vittime di sesso maschile, e si dedicava al cannibalismo. Il killer più tardi ritrattò le sue confessioni, dicendo di aver fatto tali dichiarazioni solo per migliorare le sue condizioni di vita in cella. Nell'aprile del 1983, Toole fu arrestato con l'accusa di incendio doloso a Jacksonville, Florida. Il 21 ottobre, confessò l'omicidio avvenuto nel 1981 del bambino di 6 anni Adam Walsh. Comunque la polizia, investigando nel caso, annunciò che non lo consideravano più un sospetto. John Walsh, padre di Adam, continuò tuttavia a sostenere che Toole fosse colpevole. Nell'ottobre del 1983, Toole disse alla polizia che aveva rapito Adam dal centro commerciale e guidò per circa un'ora verso una strada isolata ove lo decapitò. Gli investigatori raccolserò il tappeto macchiato di sangue dalla Cadillac bianca di Toole. Ma i test del DNA non erano avanzati come quelli di adesso, così gli investigatori non poterono dire se quello fosse il sangue di Adam e nel dicembre del 2008 la polizia risolse "l'omicidio di Adam Walsh dell'81". Il 12 gennaio 1982, Toole chiuse il sessantaquattrenne George Sonnenberg in casa sua e incendiò la casa, uccidendolo. Nell'aprile del 1984, Toole fu processato e condannato a morte a Jacksonville, Florida per l'omicidio di Sonnenberg. Più tardi in quell'anno, Toole fu incolpato dell'omicidio del febbraio 1983 della diciannovenne Ada Johnson residente, a Tallahassee, Florida, e ricevette una seconda pena di morte; con l'appello, comunque, entrambe le sentenze furono tramutate in carcere a vita. Gli esperti al suo processo affermarono che Toole soffriva di schizofrenia. Mentre stava scontando la sua pena, Toole stette per un po' nella cella adiacente al serial killer Ted Bundy nel carcere di Raiford in Florida. Dopo l'incarcerazione, Toole si dichiarò colpevole di altri quattro omicidi nel 1991 e ricevette altre quattro sentenze a vita. Nel 1984, Toole confessò due omicidi irrisolti a Nord-Ovest della Florida, compreso un omicidio sulla I-10. Durante un'intervista, ammise di aver ucciso il diciannovenne David Schallart, un autostoppista che prese a Est di Pensacola, Florida. Il corpo di Schallart, riportante 5 ferite d'arma da fuoco nella parte sinistra della testa, fu trovato il 6 febbraio del 1980, approssimativamente a 125 piedi in direzione Est della corsia I-10, a cinque miglia da Chipley, Florida. La seconda confessione coinvolse la morte di Ada Johnson. Toole confessò di averle sparato alla testa su una strada fuori da Fort Walton Beach, Florida dopo averla presa in un night club a Tallahasse. Il 15 settembre del 1996, all'età di 49 anni, Ottis Toole morì in prigione per insufficienza epatica. Fu sepolto nel cimitero della prigione, nessuno reclamò il suo corpo.