H. H. Holmes
Henry Howard Holmes, nato Herman Webster Mudgett, nato a
Gilmanton, 16 maggio 1861 e morto a Filadelfia, 7 maggio 1896, è stato un
assassino seriale statunitense. Gli vengono attribuiti oltre 200 omicidi, di
cui 27 accertati.
Nella sua biografia, scritta durante l'ultima detenzione in
carcere, affermò di avere commesso 133 omicidi, ma in seguito ritrattò
l'affermazione dicendo che era un trucco per guadagnare soldi; la polizia
dell'epoca, perquisendo l'edificio dove era solito commettere gli omicidi,
affermò di avere trovato gli scheletri di 150 persone, e gli attribuì 200
vittime. La cifra reale resta però sconosciuta. H.H. Holmes nacque il 16 maggio
1861 in New Hampshire. Suo padre era un uomo violento che soffriva di
alcolismo. Holmes era vittima di bullismo a scuola perché molti compagni di
classe erano invidiosi dei suoi ottimi risultati. Raccontò che una volta i
bulli lo costrinsero a toccare il cranio di uno scheletro e da quel momento in
poi cambiò la sua personalità: gli piaceva torturare con sadici esperimenti
animali randagi. Sognava sempre di essere un dottore: questo sarà il suo futuro
lavoro. Dopo essere stato espulso dalla scuola per frode all'assicurazione, si
sposò e si trasferì da solo a Englewood, una località nell'Illinois, vicina a
Chicago. Fu qui che cambiò il suo nome da Herman Webster Mudgett a Henry Howard
Holmes. Intorno a questo periodo Holmes commise il suo primo omicidio, a scopo
di profitto, avvelenando una donna. Diverso tempo dopo lesse in un annuncio che
una donna anziana cercava un aiutante per la sua farmacia: Holmes rispose
presentandosi in casa sua e offrendosi per giunta di curarle il marito da tempo
gravemente malato. Tuttavia Holmes, col pretesto di aiutarlo, avvelenò l'uomo.
Egli propose quindi all'anziana signora di cedergli la farmacia lasciandogliela
gestire; in cambio lui le avrebbe garantito un reddito mensile. La donna
imprudentemente accettò, ma non ottenne mai il pagamento del debito, e presto
sparì anche lei, diventando la terza vittima di Holmes. Con i soldi di alcune
frodi assicurative Holmes fece costruire un enorme edificio a tre piani che gli
serviva da abitazione, farmacia, negozio e hotel: Holmes era solito infatti
affittare molte delle camere (anche ad amici e collaboratori, che finirono poi
per diventare vittime della sua follia omicida). L'edificio era talmente
imponente da essere soprannominato il Castello. Con una serie di modifiche
nella struttura interna dell'edificio Holmes rese il secondo e terzo piano un
dedalo di camere che costituiva un vero labirinto e una inaudita trappola
mortale per chiunque vi si addentrasse: le camere erano infatti collegate tra
loro grazie a passaggi segreti, muri scorrevoli, spioncini, porte blindate,
stanze segrete, camere insonorizzate, scale e corridoi che finivano contro un
muro, e botole sul pavimento che si aprivano a comando e facevano scivolare la
vittima in cantina: lì si trovava una enorme piscina riempita di acido
corrosivo, dove Holmes immergeva i corpi e i cadaveri dei malcapitati. Tutte le
stanze erano inoltre delle vere e proprie camere a gas, progettate per uccidere
chiunque si trovasse all'interno: tutte le porte potevano infatti essere
bloccate dall'esterno, e i muri erano foderati con l'amianto: in tale modo,
Holmes era libero anche di dare fuoco al gas presente nell'ambiente, evitando
il propagarsi della combustione. In una delle stanze segrete si trovava infine
un forno crematorio.
Tra il 1892 e il 1894 un numero enorme di clienti di
qualsiasi età (anche bambini), visitatori, garzoni, conoscenti, fidanzate e
perfino complici di Holmes troveranno la morte nel castello. Il suo modus
operandi era il seguente: spesso affittava una camera; poi, dopo aver
intrappolato le vittime ed aver goduto delle loro urla strazianti, li faceva
morire asfissiati nella camera oppure li gasava. A volte incendiava il gas in
modo da carbonizzarli. Il corpo veniva quindi recuperato ed utilizzato in tre
modi: eviscerato e scarnificato per poi rivenderne lo scheletro alle
università; sciolto completamente nella piscina con l'acido; o utilizzato da
Holmes come cavia per dissezioni ed esperimenti non meglio definiti, senza
finalità scientifiche. Proprio nel 1892 cadeva il World's Fair, la grande
esposizione organizzata in occasione dei 400 anni dalla scoperta dell'America.
Molte delle vittime furono semplici turisti che decisero di visitare il
castello di Holmes. La frequenza degli omicidi era elevata ed il guadagno
ricavato dalla vendita degli scheletri fu molto redditizio. Nessuno nutriva
sospetti: Holmes agì indisturbato, nonostante le decine di sparizioni
nell'area. Spesso, il numero di sparizioni coincideva con il numero delle frodi
che Holmes faceva ai danni delle società di assicurazioni. Poco prima del 1894,
Holmes, vedendosi accerchiato dai creditori, in un momento di difficoltà
economica, abbandonò il castello per rifugiarsi altrove. Diverse settimane dopo
un altro suo complice (tale Pat Quinlan) bruciò l'edificio, furioso per aver
perso l'amante, sua sorella e la sua figlia illegittima: Holmes per errore
mentre erano in una stanza le aveva come al solito gasate e scarnificate. Dopo
aver lasciato Chicago, Holmes provò a intascare i soldi dell'assicurazione per
incendio accidentale, ma un investigatore mandò a monte il piano scoprendo che
l'incendio era doloso. Holmes non venne accusato di nulla, ma continuò a
truffare e, tra una truffa e l'altra, uccidere. Dopo un'altra truffa andata
male Holmes finì in carcere. Qui conobbe una nuova complice, Marion Hedgepeth.
Insieme, una volta liberati, architettarono un omicidio ai danni di un
conoscente di Holmes, un certo Benjamin Pitezel, e una frode all'assicurazione
legata alla sua morte. Marion avrebbe avuto la sua percentuale. L'omicidio
venne compiuto e Holmes intascò i soldi ma sparì di nuovo senza dare i soldi
alla Hedgepeth. Essa, per vendicarsi, informò la società di assicurazioni
truffata e lì scattò un mandato di arresto per Henry Howard Holmes. Holmes fu
arrestato a Boston il 17 novembre 1894, mentre stava per imbarcarsi per
l'Europa. Fino ad allora non fu mai arrestato per via dei suoi continui
spostamenti e cambi di identità. In carcere fu dapprima riconosciuto colpevole
di 4 omicidi, poi arrivò a confessarne all'incirca altri 27; la polizia quindi
controllò i resti del castello, affermando di avere trovato gli scheletri di
150 persone. Ma probabilmente molti di più furono quelli che non si poterono
recuperare, siccome potevano essere stati o completamente bruciati o dissolti
nell'acido, venduti o fatti sparire altrimenti. Holmes ne confessò altri mentre
scriveva la sua biografia, che venne venduta a buon prezzo. La cifra arrivò a
133, nonostante la polizia lo ritenesse fortemente sospettato di oltre 200 omicidi
in totale; successivamente disse di avere confessato 133 omicidi solo per
guadagnare soldi. Nel 1895 iniziò e finì il processo contro di lui e venne
dichiarato colpevole di solo 9 degli almeno 27 omicidi e di un gran numero di
frodi assicurative. La pena prevista era la morte.
Il suo castello, nonostante fosse ridotto a un moncone
bruciato, divenne un'attrazione per gli abitanti, fino a quando un secondo
incendio scoppiato misteriosamente lo rase al suolo completamente. Henry Howard
Holmes morì impiccato la mattina del 7 maggio 1896, all'età di soli 34 anni;
fino all'ultimo volle essere chiamato «dottor Holmes». La sua fu una lenta
agonia, che durò quindici minuti: il cappio infatti non era stato preparato a
regola d'arte. Il corpo è tuttora sepolto nell'Holy Cross Cemetery. Le sue
ultime parole furono "prendi il tuo tempo, non pasticciarlo".