Victor Lusting: l’uomo che vendette la Torre Eiffel
Victor Lustig, nato a Hostinné il 4 gennaio 1890 e morto a
Springfield il 11 marzo 1947, è stato un truffatore ceco, conosciuto come
"l'uomo che vendette la Torre Eiffel". Considerato uno dei migliori
artisti della truffa di inizio secolo, tra la fine degli anni dieci del XX
secolo e il 1935 mise in atto decine di raggiri in Europa e negli Stati Uniti
d'America, il più famoso dei quali fu la vendita come ferro vecchio della Torre
Eiffel, che mise in atto per ben due volte. Fu infine catturato dai servizi
segreti statunitensi e condannato a 20 anni di carcere ad Alcatraz.
Victor Lustig nacque a Hostinné, cittadina boema al tempo
appartenente all'Impero austro-ungarico e oggi facente parte della Repubblica
Ceca. La sua vera identità è in realtà un mistero: Lustig non era il suo vero
nome ma uno degli pseudonimi che utilizzò per compiere le imprese criminali che
lo resero famoso. Nei registri della prigione di Alcatraz, dove trascorse gli
ultimi anni di vita, era chiamato Robert V. Miller, ma è possibile che anche
quello fosse un nome d'arte. Durante gli anni raccontò di provenire da una
famiglia della media borghesia e che suo padre era il borgomastro del paese
natale, ma in alcuni documenti ritrovati nella prigione egli descrive i suoi
genitori come poveri contadini e racconta che iniziò a rubare per poter
sopravvivere. Dotato di prontezza di spirito e grande intelligenza, era in
grado di parlare fluentemente in ceco, tedesco, inglese, francese e italiano.
All'età di 19 anni si trasferì a Parigi per frequentare l'università, ma
trascorreva più tempo a scommettere a poker e bridge e a giocare a biliardo.
Conosceva alla perfezione tutti i trucchi con le carte da gioco e, secondo un
articolo contemporaneo della rivista True Detective Mysteries, grazie alla sua
abilità era in grado di "far fare ad un mazzo di carte qualunque cosa
tranne parlare". Durante il soggiorno francese si procurò anche una
cicatrice allo zigomo sinistro, causatagli da un uomo geloso delle attenzioni
che stava dedicando alla moglie, segno che lo accompagnerà per il resto della
vita. Ben presto lasciò gli studi e iniziò a commettere decine di truffe e
piccoli crimini in tutta Europa, grazie all'uso di una moltitudine di
pseudonimi. Fu arrestato diverse volte ma non trascorse mai molto tempo in
prigione. Successivamente iniziò a frequentare i lussuosi ambienti dei
transatlantici che facevano la spola tra la Francia e gli Stati Uniti d'America
sui quali, con l'identità del conte Victor Lustig, giocava a carte e raggirava
i ricchi passeggeri.
La prima guerra mondiale portò ad una battuta d'arresto dei
viaggi di piacere attraverso l'oceano e nel 1920 Lustig si trasferì negli Stati
Uniti, dove era entrato in vigore il proibizionismo e dove mise nuovamente
all'opera le proprie abilità come truffatore. Nel 1922 venne a sapere di un
ranch in Missouri che era stato espropriato e offrì all'American Savings Bank
una somma di 22.000 dollari in Liberty bond per acquistarlo; convinse inoltre i
funzionari della banca a cambiargli altri 10.000 dollari di bond in denaro, in
modo da poter disporre di un capitale sufficiente a gestire il ranch. L'accordo
fu siglato e titoli e denaro furono messi all'interno di due buste. Con un
gioco di mani Lustig riuscì però ad effettuare uno scambio di buste e ad
andarsene con sia il denaro che i titoli. Scoperto l'inganno, fu inseguito fino
a Kansas City dove venne arrestato, ma riuscì ad ottenere un rinvio a giudizio
e a fuggire. Nel maggio 1925 si trasferì nuovamente a Parigi, dove mise in atto
quella che probabilmente è la sua truffa più celebre. La città si stava riprendendo
dai danni della guerra e i giornali davano risalto alle cattive condizioni
della Torre Eiffel. La torre infatti, costruita per l'esposizione universale
del 1889, avrebbe dovuto essere smantellata o spostata in un altro sito nel
1909, ma i tempi e i costi necessari all'operazione, oltre all'utilità
dimostrata dalla struttura come torre per le comunicazioni, fecero sì che
l'operazione non avesse mai luogo. Anni di scarsa manutenzione avevano però
ridotto la torre in pessime condizioni, al punto da far nuovamente pensare alla
sua demolizione o completa ricostruzione. Dopo aver letto uno di tali articoli
Lustig ideò la sua truffa. Con l'aiuto di un complice di nome Robert Tourbillon
si procurò della carta da lettera con l'intestazione del Ministero delle Poste
e dei Telegrafi, ente responsabile della torre, e fingendosi un funzionario del
governo francese affittò una camera all'Hôtel de Crillon, uno degli alberghi
più eleganti della città. Scrisse quindi una lettera ai più importanti
commercianti di rottami di ferro del paese spiegando loro che, a causa delle
sue cattive condizioni, si era resa necessaria la demolizione della Torre
Eiffel, e invitandoli nell'hotel per fare un'offerta per l'acquisto dei rottami
metallici. La segretezza di tutta l'operazione era resa necessaria dal
desiderio di evitare proteste da parte dei cittadini prima che gli accordi fossero
ultimati. Uno dei compratori, un uomo di nome André Poisson, cadde nell'inganno
e accettò di consegnare a Lustig una valigia con la cifra richiesta di 250.000
franchi, l'equivalente di circa un milione di euro odierni. Inoltre, credendo
Lustig un funzionario governativo corrotto, gli diede anche una generosa
mazzetta al fine di assicurarsi l'affare. Quando, alcuni giorni dopo, Poisson
si recò agli uffici del Ministero, dove i veri funzionari erano ovviamente
all'oscuro di tutta la storia, capì di essere stato truffato, ma fu così
imbarazzato dall'accaduto che rifiutò di denunciare il fatto alla polizia. Nel
frattempo Lustig e il suo complice avevano fatto perdere le loro tracce. Visto
il successo ottenuto la prima volta, alcuni mesi dopo il truffatore provò a
ripetere l'impresa. Questa volta però la vittima dopo essersi accorta
dell'inganno denunciò tutto alla polizia e, per sfuggire all'arresto, Lustig fu
costretto a lasciare in fretta la città e a trasferirsi nuovamente negli Stati
Uniti. Un'altra delle sue truffe più celebri fu quella della Rumanian Box, una
macchina in grado di produrre copie autentiche di banconote di grosso taglio:
Lustig invitava la vittima designata a inserire una banconota da 1.000 dollari
in una fessura del marchingegno, insieme ad un foglio di carta bianca, e dopo
aver girato una serie di manopole la macchina restituiva una seconda banconota
apparentemente perfetta. L'unico problema del congegno era che, a causa del
complicato procedimento di copiatura, era necessario attendere sei ore prima di
poter stampare una seconda nuova banconota. Atteso il tempo necessario, ed
ottenuta la nuova banconota, il truffatore invitava la vittima a recarsi presso
una banca per provare l'autenticità delle banconote così prodotte. In realtà si
trattava proprio di veri pezzi da 1.000 dollari, che Lustig aveva
precedentemente nascosto in un cassetto della macchina. Se la vittima, attirata
dalla possibilità di un facile profitto, accettava a quel punto di comprare ad
alto prezzo il congegno moltiplicatore, dopo aver concluso l'affare Lustig
faceva rapidamente perdere le proprie tracce e ovviamente la macchina non
produceva più nessuna nuova banconota. Gli inganni di Lustig non risparmiarono
neppure il famigerato gangster Al Capone. Il truffatore convinse Capone ad
investire 50.000 dollari in una operazione a cui stava lavorando,
promettendogli lauti profitti dopo sessanta giorni. In realtà Lustig si limitò
a mettere da parte il denaro e dopo due mesi tornò da Capone per
restituirglielo spiegando che l'affare era sfumato. Impressionato
dall'apparente onestà di Lustig, che avrebbe potuto semplicemente fuggire con
il denaro, il gangster lo ricompensò con una banconota da 1.000 dollari,
facendo ottenere al truffatore proprio ciò che aveva sperato. All'inizio degli
anni trenta Lustig si alleò con il falsario William Watts ed entrò nel giro
della produzione di banconote false. I loro lavori erano di ottima qualità e
iniziarono a circolare per tutto il paese, attirando l'attenzione dei servizi
segreti statunitensi. In particolare si dedicò al caso l'agente Peter A.
Rubano, che per anni studiò e seguì gli spostamenti del truffatore. In più
occasioni Lustig riuscì a sfuggire alla cattura grazie alle sue abilità nel
travestirsi e nell'usare false identità, ma il 10 maggio 1935 Rubano riuscì
finalmente a catturarlo in una strada di New York. Il 1º settembre 1935, mentre
era in attesa del processo, Lustig riuscì a fuggire dal centro federale di
detenzione di Manhattan, calandosi dalla finestra con una corda di lenzuola
arrotolate e fingendosi un lavavetri per non attirare l'attenzione dei passanti
in strada. La libertà però non durò a lungo e venne nuovamente catturato a
Pittsburgh il 28 settembre successivo. Il 5 dicembre dello stesso anno Lustig
fu condannato a 15 anni di carcere per contraffazione, più altri 5 per la sua
evasione, da scontare nel carcere di Alcatraz. Il truffatore trascorse in
carcere gli ultimi anni di vita e morì per le complicanze di una polmonite l'11
marzo 1947 nel centro medico per prigionieri federali di Springfield, in
Missouri, dove era stato trasferito per ricevere cure mediche.